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.“I
difensori nelle
procedure
concor-
suali”
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di Vincenzo Sparano e Biancamaria Sparano
di Franco Bile
L’argomento prescelto rende ragione dell’impostazione
di fondo degli Autori, che utilizzano la figura del difensore per gettare
sulla materia specialistica delle procedure concorsuali uno sguardo trasversale,
a partire dalla posizione di un soggetto, il difensore, legato agli altri
soggetti della procedura (l’imprenditore in crisi o il curatore) da un
rapporto di prestazione d’opera intellettuale sottoposto alla disciplina
generale del codice civile. Coerentemente il libro si apre infatti con
un capitolo dedicato alla disciplina civilistica delle professioni intellettuali
in generale, dal quale si dipana poi un fluido discorso tessuto su un continuo
e stimolante contrappunto fra l’aspetto più propriamente specialistico,
attento alle finalità tipiche degli istituti concorsuali, e quello
che si potrebbe chiamare civilistico, fondato sul rapporto d’opera intellettuale
e sulla tutela dell’attività professionale: ne nasce un gioco di
sponda che gli Autori svolgono con finezza e maestria.
Sullo sfondo di questo discorso si staglia fin
da subito una figura di rilievo costituzionale, e cioè il diritto
di difesa, che rende la trattazione ancor più pregnante e significativa.
Ecco quindi – distinti, ma coordinati come pannelli
di un polittico – i capitoli dedicati al diritto di difesa nella fase pre-fallimentare,
all’assistenza legale alla curatela, al diritto di difesa nell’estensione
del fallimento sociale, agli effetti della chiusura del fallimento sui
rapporti professionali, e finalmente la trattazione più specificamente
destinata ad illustrare il diritto del professionista al compenso, considerato
prima come credito privilegiato nel successivo fallimento, poi nella fase
della sua determinazione e – da ultimo – nella preoccupante prospettiva
dell’ipotesi di revocatoria fallimentare nei confronti dei professionisti.
L’altra scelta significativa degli Autori è
quella di condurre l’indagine con riferimento non tanto alla disciplina
teoricamente dettata nei testi codicistici o legislativi, quanto piuttosto
alle reali e quotidiane risultanze della pratica, in puntuale e feconda
attenzione alla dottrina del diritto vivente, secondo cui una legge deve
essere valutata non tanto per quel che dice, bensì per come viene
dai pratici concretamente interpretata.
Il lettore sin dalle prime pagine si trova posto
dinanzi ad un’ampia serie di decisioni, di cui vengono riportate non solo
le massime, ma spesso cospicui stralci delle motivazioni. Tra l’una e l’altra
fa capolino la passione culturale degli Autori. L’indiscussa conoscenza
che essi hanno della materia, intendendo l’espressione nella sua accezione
più ampia, consente loro non soltanto di legare l’una decisione
all’altra in modo da delineare la visione di insieme, ma di curare
al tempo stesso – per rapidi cenni, talora per fulminee notazioni – la
diversità dei piani e degli spessori.
Delle sentenze ricordate sono riportate con puntigliosa
precisione le riviste che le hanno pubblicate e le note di commento, il
cui contenuto è regolarmente riferito. Ed a volte l’impegno e la
precisione degli Autori si spinge fino a dar conto anche di semplici note
redazionali, come quella che sottolinea come l’interesse della sentenza
scaturisca da un obiter dictum.
L’ultima pagina si congeda dal lettore prospettandogli
un “quadro pessimistico” della posizione dell’avvocato, sovente costretto
a misurarsi con tre aspetti sgradevoli della tariffa forense: la non pertinenza
della voce specifica di assistenza a procedure concorsuali; la sostanziale
ingiustizia del riferimento ad un passivo diverso da quello del tempo della
prestazione professionale e la pratica, di ostica comprensione, della riduzione
delle liquidazioni al di sotto dei minimi.
Ed il lettore è allora indotto a ricordare
che già la prima pagina gli aveva anticipato come al diritto di
difesa costituzionalmente garantito per la parte, non sempre corrisponda
il riconoscimento dei diritti dei difensori.
E’ forse questa una possibile chiave interpretativa
dell’opera, che, se da un lato contribuisce a risolvere alcuni problemi,
dall’altro suscita nel lettore qualche dubbio e qualche incertezza in più.
Ma nella mia personale ottica – e credo non soltanto nella mia – si tratta
di una notazione senza alcun dubbio positiva.
Opera: “I difensori nelle procedure
concorsuali”
Autori: Vincenzo Sparano
e Biancamaria Sparano
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