Il capitale del recupero
crediti
Una conversazione con Francesco Guarneri,
presidente della Guber
Gli uffici della Guber S.r.l. (Brescia - via Corfù,
102 - tel. 030/2420276) occupano due piani di un elegante palazzo nel nuovo
quartiere residenziale Brescia 2, considerato ormai un po’ la city della
città leader nel settore delle fonderie, vicino al Cristal Palace,
grattacielo di 70 piani, emulo del più celebre e meneghino Pirelli.
Due piani perfettamente organizzati, dove si muovono con velocità
ed efficienza ventisei giovani professionisti, la maggior parte dei quali
laureati in discipline giuseconomiche che, insieme
allo staff dei corrispondenti esterni, costituiscono
il management di questa società che, entrata recentemente nel settore
della gestione del recupero dei crediti, se ne è anche subito fortemente
differenziata Come sia nata l’idea ‘Guber’ lo chiediamo a Francesco Guarneri,
uno dei soci fondatori insieme a Gianluigi Bertini. Alto, brizzolato, molto
comunicativo.
È
lui che ci racconta l’esperienza di questi anni.
Semplice. Io e il mio socio, dieci anni
fa, giovani, appena laureati, pieni di energia, abbiamo usato alcune applicazioni
del pensiero laterale, quel metodo dell’intelletto che alterna alla pura
logica, la ricerca sistematica di una pluralità di impostazioni
alternative dei problemi che poi si risolvono in nuove idee. Per farla
breve, avendo allora interessi nel settore imprenditoriale, capimmo quanto
il recupero degli insoluti fosse essenziale alla vita di ogni società.
Calcolammo che alcuni settori industriali come quello dell’abbigliamento,
tanto per fare un esempio, devono recuperare ogni anno il 55% del loro
volume di affari. In più, fino ad allora, il recupero crediti aveva
una pessima immagine, legato, in qualche modo, al concetto di esattori-mastini.
Così, ad una grande domanda, la necessità aziendale di rientrare
in possesso della propria liquidità, non esisteva un’analoga risposta
professionale.
Quindi
oggi la Guber ha solo grandi aziende come clienti?
Per riservatezza, non possiamo dirlo: però
ci interessa chiunque abbia un problema di gestione del credito frazionato
“su larga scala”; siano esse procedure concorsuali (attualmente prestiamo
i nostri servizi presso una trentina di sezioni fallimentari di altrettanti
Tribunali, incluso quello di Roma) oppure piccole o medie industrie o istituti
di credito. Ricorrere a Guber ha senso per chi abbia un portafoglio composto
da un numero di posizioni da incassare, variabile da qualche centinaio
a qualche migliaio di crediti. Per quanto riguarda le procedure concorsuali,
questo non vuol dire che ci occupiamo solo di grandi fallimenti, ma abbiamo
bisogno di flessibilità e tempismo. Infatti, spesso la sintesi espositiva
ci costringe a riassumere il tutto sotto la voce “recupero crediti”, anche
perché è questo il parametro concreto su cui si misura la
nostra capacità, ma in realtà il lavoro che svolgiamo va
oltre la semplice attività di esazione e qui entra in campo la nostra
specificità.
Si
spieghi meglio, signor Guarneri.
Il credito va gestito con professionalità
dall’inizio, quando è ancora recente e per farlo dobbiamo procedere
alla ricostruzione dei saldi debitori. Accade molto spesso, infatti, che
il supporto contabile su cui la procedura si trova ad operare, non sia
aggiornato. Per esempio, quando le banche chiudono la posizione dei clienti,
revocando gli affidamenti, questi non ricevono più i saldi con gli
accrediti delle ricevute bancarie. A volte lavorare sulle scritture contabili
ufficiali può essere fortemente penalizzante ai fini del recupero.
Infatti, le lettere di sollecito senza una preventiva verifica, lasciano
il tempo che trovano. A chi è stata richiesta una somma inferiore
a quella dovuta si affretterà a regolarizzare il debito; a chi una
superiore, non pagherà, eccependo un diverso saldo reale: ecco la
necessità di questa fase di studio e di analisi.
Ma
perché un curatore fallimentare di Roma, per esempio, dovrebbe utilizzare
Guber che è a Brescia?
Oggi le distanze in un mercato fortemente
globalizzato non hanno senso. Si va da chi dà il miglior prodotto,
in questo caso risultato, nel minor tempo. Anche il curatore più
qualificato è un professionista non attrezzato per il recupero dei
crediti frazionati, in quanto fondamentalmente questo non è il suo
mestiere. Trattare diverse centinaia di posizioni/mese, forse non sembra,
ma richiede una struttura radicata sull’intero territorio nazionale, ben
organizzata ed assolutamente dedicata e noi abbiamo i nostri corrispondenti
altamente qualificati. La differenza di efficienza tra una gestione specializzata
ed una pur professionale, ma creata una tantum, è la vera ragione
per cui è consigliabile rivolgersi alla Guber. Nel numero 0/96 della
vostra rivista nel Saluto ai lettori a firma degli avvocati Calò
e Maione, c’era un punto che recita testualmente: “Noi riteniamo che il
curatore, alla stregua di un manager, non debba saper fare tutto quanto
possa servire alla gestione del fallimento, ma debba conoscere l’esistenza
di tutti i problemi che lo possono riguardare e chiedere l’ausilio dei
tecnici di volta in volta necessari, sapendone controllare l’opera e il
risultato”: credo che questa sia un’indicazione moderna ed illuminata,
che si dovrebbe intraprendere per migliorare e velocizzare la gestione
delle procedure concorsuali.
Che
consigli ritiene di dare ai nostri lettori se vogliono utilizzare la Vostra
struttura?
Soprattutto uno: di affidarci l’incarico
quando i crediti sono ancora “freschi”. Vede, spesso i curatori impegnati
in tutte le procedure di legge, imposte loro dal mandato ricevuto, lasciano
un po’ in secondo piano la gestione del credito che, come il pesce, ha
un grado di deperibilità elevatissimo. Tante volte ci sono stati
affidati portafogli lasciati per qualche anno ad invecchiare, magari nel
tentativo del curatore di recuperare da solo la parte più facile
del credito, con le solite note circolari di sollecito.
L’esperienza ci dice che questo comportamento
non è conveniente, mentre un’azione intrapresa a tempo debito avrebbe
dato ben altri risultati.
Dopo
il lavoro di analisi e quello di circolarizzazione, come procedete?
Con le visite in loco. Nel credito frazionato,
la possibilità di muoversi e mandare un delegato “sul campo” serve
a risolvere molte situazioni che per corrispondenza sarebbero assolutamente
irrisolvibili: la più evidente è il rintraccio del debitore,
che noi riusciamo a ottenere in tempi brevissimi grazie anche agli ultimi
supporti telematici. Abbiamo capito che il rapporto umano, gli argomenti,
le parole, lo scambio e anche una serie di pressanti richieste telefoniche,
sono le armi essenziali del successo. Parlare di più e scrivere
di meno, questo è il segreto. I nostri risultati parlano chiaro:
riscuotiamo fino al 70% dell’insoluto e solo il 20% passa all’ufficio legale.
Ma
quanto costa il vostro servizio?
Le offerte variano sempre in funzione della
tipologia del portafoglio da lavorare. Vale un principio generale: non
siamo venditori di consulenza, ma di risultati, su cui basiamo, in forma
percentuale, i nostri compensi. Se si incassa, si guadagna; se non si incassa,
il servizio è a costo zero.
C’è
un’ultima sezione della Guber che si occupa della cessione del credito?
Sì, per coloro che intendono cedere
il proprio portafoglio crediti, offriamo sostanzialmente due possibilità:
la cessione prosoluto e prosolvendo: nel primo caso, il prezzo è
certo e predefinito; nel secondo caso, si tratta di una specie di associazione
in partecipazione, in cui si dividono i risultati. Il Cessionario è
una società a noi collegata e munita delle necessarie autorizzazioni
di legge. Per concludere, vorrei ricordare che i crediti non sono tutti
uguali e quindi hanno necessità di interventi personalizzati. Ora
con l’ingresso dell’Euro nella nostra economia, dovremmo essere tutti pronti
ad ulteriori specializzazioni. Un salto evolutivo a cui la Guber ha pensato
da tempo. G.B. |