PROSPETTIVE DI MUTUI BANCARI ALLE ASTE GIUDIZIARIE
All’inizio
dell’anno 2003, le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia di un accordo
raggiunto tra banche e tribunali per favorire l’utilizzazione dei mutui
bancari nella partecipazione del pubblico alle aste giudiziarie immobiliari.
L’accordo, hanno spiegato gli organi di stampa, è stato raggiunto
tra l’ABI, l’associazione cui aderiscono gli istituti bancari, ed alcuni
tribunali al fine di superare l’ostacolo, ritenuto ormai discriminante
e di natura manifestamente censuaria, costituito dalle disposizioni del
codice di procedura civile che impongono l’obbligo di versare, per contanti,
il prezzo dell’aggiudicazione (art. 540 c.p.c.).
Il meccanismo
che l’ABI ed alcuni tribunali italiani hanno inventato per permettere l'ingresso
dei mutui nel sistema delle aste giudiziarie, consiste nella stipula di
un contratto preliminare di mutuo che prevede l’erogazione solo nel caso
in cui l’interessato divenga aggiudicatario dell’immobile.
Inizialmente
i tribunali che hanno aderito all’iniziativa sono solo quelli di Roma,
Alba, Monza e Novara, ma si afferma che questo sparuto gruppo è
un’avanguardia perché l’idea è destinata ad estendersi in
tutt’Italia dopo un periodo di sperimentazione. In breve, in questi Tribunali,
verrebbero bandite le aste immobiliari pubblicando anche la possibilità
di ottenere un mutuo ipotecario per un importo sino al 70-80% del valore
dell’immobile posto in vendita indicando anche le banche che aderiscono
all’iniziativa ed alle quali gli interessati potranno rivolgersi. Ciascuna
banca stabilirà proprie condizioni economiche per questo tipo di
mutui e spetterà agli interessati informarsi per scegliere quello
più conveniente.
Ovviamente,
nel caso in cui non avvenisse l’aggiudicazione, il contratto preliminare
si scioglierebbe automaticamente.
Certamente,
per le banche, si tratta di accedere ad un mercato che, sin qui, era loro
precluso dalle regole processuali e che, secondo le statistiche più
aggiornate, si aggira intorno agli 8.000 immobili subastati ogni anno,
sia presso le sezioni delle esecuzioni individuali, che presso le sezioni
fallimentari dei tribunali del Bel Paese.
D’altra parte
anche i tribunali, con questo accordo, rendono più spedito il servizio
da rendere ai creditori per il recupero dei loro crediti, mentre anche
gli interessati all’acquisto di un immobile si vedono agevolati nelle loro
intenzioni ottenendo la possibilità di accedere ancor più
facilmente ad un mercato certo tra i più convenienti.
Tutto bene
dunque? Si, se, però, i costi che le banche applicheranno a questi
contratti di mutuo saranno veramente accessibili, anche nell’ipotesi in
cui l’interessato non divenga aggiudicatario dell’immobile offerto in vendita;
si, se effettivamente, i tribunali si doteranno di meccanismi affidabili
e trasparenti durante tutta la procedura di vendita e, soprattutto, nell’indicazione
dei dati di individuazione degli immobili e del loro stato giuridico da
cui dipende la sicurezza degli acquisti e quindi, in definitiva, il tasso
degli interessi dei mutui.
Purtroppo
non si dispone ancora di tutti i dettagli sull’accordo tra ABI e tribunali
di cui hanno parlato i giornali e, quindi, al momento si può solo
nutrire la speranza che vengano adottati sistemi veramente semplici, sicuri
e poco costosi.
In Italia
l’investimento immobiliare è ancora quello preferito e l’ultimo
rapporto della Banca d’Italia parla di un incremento di oltre il 19% degli
acquisti delle abitazioni tra il novembre 2002 e lo stesso periodo dell’anno
precedente. Infatti, i finanziamenti oltre i cinque anni concessi
alle famiglie italiane per mutui immobiliari, sono passati dai 99,849 miliardi
di euro di novembre 2001, ai circa 119 miliardi di euro (in termini di
consistenze, cioè al lordo delle fluttuazioni di valore) del novembre
2002.
Dal punto
di vista delle banche, invece, i prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto
degli immobili rappresentano ora il 43% del totale contro il 39,23% del
2001.
Questi dati
dimostrano, quindi, che ogni passo avanti verso la semplificazione dell’accesso
alla proprietà immobiliare, specialmente attraverso un mercato vantaggioso
come quello delle aste giudiziarie, non può che essere salutato
con soddisfazione da tutti.
Per vero,
già con l’introduzione della delega ai notai delle operazioni di
vendita all’asta prima riservate solo ai magistrati delle sezioni delle
esecuzioni individuali dei tribunali (L. 302/98), le banche avevano iniziato
a studiare procedure per concedere mutui agli interessati a partecipare
alle gare. Il notaio, infatti, è una figura professionale con la
quale i banchieri hanno particolare confidenza e che è dotata
di una speciale affidabilità, a differenza della burocrazia dei
tribunali in cui la molteplicità delle incombenze del personale
giudiziario fa insorgere il rischio di errori incompatibili con i rigori
dell’erogazione dei prestiti da parte delle banche.
D’altra parte,
come anche su queste stesse pagine avvertivamo tempo fa, altrettanto interesse
le banche non hanno mai mostrato per le vendite immobiliari in sede fallimentare.
Qui, infatti, le operazioni di vendita sono affidate, sostanzialmente,
ai curatori scelti dal tribunale, dopo l’abrogazione del ruolo degli amministratori
giudiziari risalente al 1946, senza alcuna particolare selezione tra gli
iscritti agli albi degli avvocati, dei dottori commercialisti e dei ragionieri
professionisti. Mancando, per questi professionisti, una specifica garanzia
di capacità professionale nel settore immobiliare, il livello di
inaffidabilità del sistema ha sin qui tenuto lontano l’intervento
dei mutui bancari nelle aste fallimentari. Né le notizie sull’accordo
tra ABI e tribunali consentono di ipotizzare un superamento di questa situazione,
sebbene, in sede fallimentare, si svolgano assai più frequentemente
le aste rispetto a quanto avviene in sede di esecuzioni individuali.
In ogni caso,
l’intervento dei mutui delle banche nelle procedure di aggiudicazione degli
immobili appare sempre più necessario. I prezzi del libero mercato,
negli ultimi tempi, sono saliti alle stelle e questo fenomeno sollecita
molti a cercare gli immobili rivolgendosi al mercato delle aste giudiziarie
per spuntare prezzi migliori.
Con le borse
in discesa, l’investimento azionario è in calo dalla primavera del
2000, cosicché l’interesse di molti investitori è tornato
a volgersi al mercato immobiliare che già aveva dato segni di ripresa
a partire dal 1998, dopo la grande crisi iniziata nel 1992.
Esiste un
preciso legame all’inverso, come avvertono i più esperti, tra il
mercato azionario ed il mercato immobiliare e poiché i cicli dell’economia,
sia positivi che negativi, durano nella nostra epoca circa 4-5 anni, è
prevedibile che la bassa congiuntura della borsa duri ancora sino alla
metà del 2004. Non a caso, i prezzi degli immobili, come può
scoprire chiunque consulti le statistiche del settore, sono in forte crescita
da un paio d’anni e le previsioni sull’ulteriore protrarsi della turbolenza
nelle borse fanno pure prevedere che, per converso, l’incremento del valore
degli immobili continuerà ancora per un po’. Ma queste stesse previsioni
dicono ancora che l’incremento che il prezzo degli immobili avrà
nei prossimi due anni, non sarà impressionante come quello riscontrato
nei due anni passati e che ha superato notevolmente il tasso di svalutazione
monetaria attirando sempre nuovi risparmiatori.
Si direbbe,
infatti, che, nell’attuale congiuntura, si sia giunti al picco di incremento
dei valori immobiliari, cosicché molti investitori torneranno, tra
breve, a volgersi al mercato azionario destinato a riprendersi di qui ad
un paio d’anni, quando il ciclo economico negativo dovrebbe concludersi
dando inizio ad un nuovo ciclo positivo.
Quindi, per
il 2003, le previsioni sono ancora per un aumento dei prezzi degli immobili
(anche se più contenuto rispetto ai due anni precedenti), cosicché
ancora più appetibili si presenteranno le aste immobiliari in cui
i prezzi sono più convenienti del libero mercato. A tale prevedibile
forte crescita dell’interesse dei risparmiatori, dovrebbe corrispondere
un aumento dei servizi bancari e del livello di sicurezza degli acquisti
nei tribunali.